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Buona Notte, visitatore, il tuo numero IP è : 3.144.11.239 - Fanne buon uso ;-) — Pasqua sarà e⁄o è stata il 20/04/2025
Capistrano (VV), domenica 20 aprile 2025 ~ Ore : 03:01:16 • New York: 19/04/2025 21:01:16 • Tokyo: 20/04/2025 10:01:16 • Sydney: 20/04/2025 11:01:16
Settimana dell'anno n° 17 - Trimestre 2 [aprile] || ♈ Ariete ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 110 - Giorni mancanti a FineAnno: 255: Precisamente 0 anni, 8 mesi, 36 settimane, 255 giorni, 6140 ore, 368458 minuti, 22107523 secondi!
Il sole sorge alle ore 06:23 e tramonta alle ore 19:56 - Sant'Agnese Segni di Montepulciano
Il Vangelo della domenica "letto" da padre Antonio Calafati, parroco di Capistrano ( Vibo Valentia ).
Grazie padre Antonio Calafati per quanto ha fatto, sta facendo e continuerà a fare per la Comunità Capistranese.
Il Santo Vangelo di domenica 13/04/2025
Dal Vangelo secondo Luca [Lc 22,14 - 23,56]
Testo: | Piccolo | Medio | Grande |
[n quel tempo,]
…« - Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione.
Quando venne l'ora, [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima
della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». E,
ricevuto un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite,
finché non verrà il regno di Dio».
- Fate questo in memoria di me.
Poi prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». E, dopo aver
cenato, fece lo stesso con il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi».
- Guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito.
«Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell'uomo
dal quale egli viene tradito!». Allora essi cominciarono a domandarsi l'un l'altro chi di loro avrebbe fatto questo.
- Io sto in mezzo a voi come colui che serve.
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che
hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane, e chi governa
come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come
colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l'ha preparato per
me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù d'Israele.
- Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli.
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una
volta convertito, conferma i tuoi fratelli». E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». Gli rispose:
«Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
- Deve compiersi in me questa parola della Scrittura.
Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». Ed egli soggiunse:
«Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve
compiersi in me questa parola della Scrittura: "E fu annoverato tra gli empi". Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento ». Ed
essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».
- Entrato nella lotta pregava più intensamente.
Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». Poi
si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta
la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò
come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro:
«Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
- Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?
Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù
gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell'uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore,
dobbiamo colpire con la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo:
«Lasciate! Basta così!». E, toccandogli l'orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle
guardie del tempio e anziani: «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo
le mani su di me; ma questa è l'ora vostra e il potere delle tenebre».
- Uscito fuori, Pietro pianse amaramente.
Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco
in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo
attentamente, disse: «Anche questi era con lui». Ma egli negò dicendo: «O donna, non lo conosco!». Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu
sei uno di loro!». Ma Pietro rispose: «O uomo, non lo sono!». Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questi era con lui; infatti è
Galileo». Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e
fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E,
uscito fuori, pianse amaramente.
- Fa' il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano: «Fa' il profeta! Chi è
che ti ha colpito?». E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
- Lo condussero davanti al loro Sinedrio.
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli
dissero: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi». Rispose loro: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d'ora
in poi il Figlio dell'uomo siederà alla destra della potenza di Dio». Allora tutti dissero: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli rispose loro:
«Voi stessi dite che io lo sono». E quelli dissero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
- Non trovo in quest'uomo alcun motivo di condanna.
Tutta l'assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro
popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed
egli rispose: «Tu lo dici». Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest'uomo alcun motivo di condanna». Ma essi
insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui». Udito ciò,
Pilato domandò se quell'uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l'autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch'egli
a Gerusalemme.
- Erode con i suoi soldati insulta Gesù.
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche
miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli
scribi, e insistevano nell'accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida
veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
- Pilato abbandona Gesù alla loro volontà.
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro: «Mi avete portato quest'uomo come agitatore del popolo. Ecco,
io l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest'uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti
ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà». Ma essi si
misero a gridare tutti insieme: «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!». Questi era stato messo in prigione per una
rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
«Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che
meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà». Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso,
e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo
in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
- Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare
dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù,
voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco,
verranno giorni nei quali si dirà: "Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato". Allora cominceranno
a dire ai monti: "Cadete su di noi!", e alle colline: "Copriteci!". Perché, se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
- Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
- Costui è il re dei Giudei.
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l'eletto». Anche i
soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell'aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui
c'era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
- Oggi con me sarai nel paradiso.
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L'altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun
timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli
invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
- Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a
metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.
- Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.
Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest'uomo era giusto». Così pure tutta la folla che era venuta a
vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano
seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
- Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia.
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Era
di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse
con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già
splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come
era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.» …
Testo latino
Evangelium Secundum Lucam
[Lc 22,14 - 23,56]
[In illo tempore,]
… 22, 14-71
Et cum facta esset hora, discubuit, et apostoli cum eo.
Et ait illis: «Desiderio desideravi hoc Pascha manducare vobiscum, antequam patiar.
Dico enim vobis: Non manducabo illud, donec impleatur in regno Dei».
Et accepto calice, gratias egit et dixit: «Accipite hoc et dividite inter vos.
Dico enim vobis: Non bibam amodo de generatione vitis, donec regnum Dei veniat».
Et accepto pane, gratias egit et fregit et dedit eis dicens: «Hoc est corpus meum, quod pro vobis datur. Hoc facite in meam commemorationem».
Similiter et calicem, postquam cenavit, dicens: «Hic calix novum testamentum est in sanguine meo, qui pro vobis funditur.
Verumtamen ecce manus tradentis me mecum est in mensa;
et quidem Filius hominis, secundum quod definitum est, vadit; verumtamen væ illi homini, per quem traditur!».
Et ipsi cœperunt quærere inter se, quis esset ex eis, qui hoc facturus esset.
Facta est autem et contentio inter eos, quis eorum videretur esse maior.
Dixit autem eis: «Reges gentium dominantur eorum; et, qui potestatem habent super eos, benefici vocantur.
Vos autem non sic, sed qui maior est in vobis, fiat sicut iunior; et, qui præcessor est, sicut ministrator.
Nam quis maior est: qui recumbit, an qui ministrat? Nonne qui recumbit? Ego autem in medio vestrum sum, sicut qui ministrat.
Vos autem estis, qui permansistis mecum in tentationibus meis;
et ego dispono vobis, sicut disposuit mihi Pater meus regnum,
ut edatis et bibatis super mensam meam in regno meo et sedeatis super thronos iudicantes duodecim tribus Israel.
Simon, Simon, ecce Satanas expetivit vos, ut cribraret sicut triticum;
ego autem rogavi pro te, ut non deficiat fides tua. Et tu, aliquando conversus, confirma fratres tuos».
Qui dixit ei: «Domine, tecum paratus sum et in carcerem et in mortem ire».
Et ille dixit: «Dico tibi, Petre, non cantabit hodie gallus, donec ter abneges nosse me».
Et dixit eis: «Quando misi vos sine sacculo et pera et calceamentis, numquid aliquid defuit vobis?». At illi dixerunt: «Nihil».
Dixit ergo eis: «Sed nunc, qui habet sacculum, tollat, similiter et peram; et, qui non habet, vendat tunicam suam et emat gladium.
Dico enim vobis: Hoc, quod scriptum est, oportet impleri in me, illud: "Cum iniustis deputatus est". Etenim ea, quæ sunt de me, adimpletionem habent».
At illi dixerunt: «Domine, ecce gladii duo hic». At ille dixit eis: «Satis est».
Et egressus ibat secundum consuetudinem in montem Olivarum; secuti sunt autem illum et discipuli.
Et cum pervenisset ad locum, dixit illis: «Orate, ne intretis in tentationem».
Et ipse avulsus est ab eis, quantum iactus est lapidis, et, positis genibus, orabat
dicens: «Pater, si vis, transfer calicem istum a me; verumtamen non mea voluntas sed tua fiat».
Apparuit autem illi angelus de cælo confortans eum. Et factus in agonia prolixius orabat.
Et factus est sudor eius sicut guttæ sanguinis decurrentis in terram.
Et cum surrexisset ab oratione et venisset ad discipulos, invenit eos dormientes præ tristitia
et ait illis: «Quid dormitis? Surgite; orate, ne intretis in tentationem».
Adhuc eo loquente, ecce turba; et, qui vocabatur Iudas, unus de Duodecim, antecedebat eos et appropinquavit Iesu, ut oscularetur eum.
Iesus autem dixit ei: «Iuda, osculo Filium hominis tradis?».
Videntes autem hi, qui circa ipsum erant, quod futurum erat, dixerunt: «Domine, si percutimus in gladio?».
Et percussit unus ex illis servum principis sacerdotum et amputavit auriculam eius dextram.
Respondens autem Iesus ait: «Sinite usque huc!». Et cum tetigisset auriculam eius, sanavit eum.
Dixit autem Iesus ad eos, qui venerant ad se principes sacerdotum et magistratus templi et seniores: «Quasi ad latronem existis cum gladiis et fustibus?
Cum cotidie vobiscum fuerim in templo, non extendistis manus in me; sed hæc est hora vestra et potestas tenebrarum».
Comprehendentes autem eum, duxerunt et introduxerunt in domum principis sacerdotum. Petrus vero sequebatur a longe.
Accenso autem igni in medio atrio et circumsedentibus illis, sedebat Petrus in medio eorum.
Quem cum vidisset ancilla quædam sedentem ad lumen et eum fuisset intuita, dixit:
«Et hic cum illo erat!». At ille negavit eum dicens:
«Mulier, non novi illum!». Et post pusillum alius videns eum dixit: «Et tu de illis es!». Petrus vero ait: «O homo, non sum!».
Et intervallo facto quasi horæ unius, alius quidam affirmabat dicens: «Vere et hic cum illo erat, nam et Galilæus est!».
Et ait Petrus: «Homo, nescio quid dicis!». Et continuo adhuc illo loquente cantavit gallus.
Et conversus Dominus respexit Petrum; et recordatus est Petrus verbi Domini, sicut dixit ei: «Priusquam gallus cantet hodie, ter me negabis».
Et egressus foras flevit amare.
Et viri, qui tenebant illum, illudebant ei cædentes;
et velaverunt eum et interrogabant eum dicentes: «Prophetiza: Quis est, qui te percussit?».
Et alia multa blasphemantes dicebant in eum.
Et ut factus est dies, convenerunt seniores plebis et principes sacerdotum et scribæ et duxerunt illum in concilium suum
dicentes: «Si tu es Christus, dic nobis». Et ait illis: «Si vobis dixero, non credetis;
si autem interrogavero, non respondebitis mihi.
Ex hoc autem erit Filius hominis sedens a dextris virtutis Dei».
Dixerunt autem omnes: «Tu ergo es Filius Dei?». Qui ait ad illos: «Vos dicitis quia ego sum».
At illi dixerunt: «Quid adhuc desideramus testimonium? Ipsi enim audivimus de ore eius!».
23, 1-56
Et surgens omnis multitudo eorum duxerunt illum ad Pilatum.
Cœperunt autem accusare illum dicentes: «Hunc invenimus subvertentem gentem nostram et prohibentem tributa dare Cæsari et dicentem se Christum regem esse».
Pilatus autem interrogavit eum dicens: «Tu es rex Iudæorum?». At ille respondens ait: «Tu dicis».
Ait autem Pilatus ad principes sacerdotum et turbas: «Nihil invenio causæ in hoc homine».
At illi invalescebant dicentes: «Commovet populum docens per universam Iudæam et in cipiens a Galilæa usque huc!».
Pilatus autem audiens interrogavit si homo Galilæus esset;
et ut cognovit quod de Herodis potestate esset, remisit eum ad Herodem, qui et ipse Hierosolymis erat illis diebus.
Herodes autem, viso Iesu, gavisus est valde; erat enim cupiens ex multo tempore videre eum, eo quod audiret de illo et sperabat signum aliquod videre ab eo fieri.
Interrogabat autem illum multis sermonibus; at ipse nihil illi respondebat.
Stabant etiam principes sacerdotum et scribæ constanter accusantes eum.
Sprevit autem illum Herodes cum exercitu suo et illusit indutum veste alba et remisit ad Pilatum.
Facti sunt autem amici inter se Herodes et Pilatus in ipsa die; nam antea inimici erant ad invicem.
Pilatus autem, convocatis principibus sacerdotum et magistratibus et plebe,
dixit ad illos: «Obtulistis mihi hunc hominem quasi avertentem populum, et ecce ego coram vobis interrogans nullam causam inveni in homine isto ex his, in quibus eum accusatis,
sed neque Herodes; remisit enim illum ad nos. Et ecce nihil dignum morte actum est ei.
Emendatum ergo illum dimittam».
Exclamavit autem universa turba dicens: «Tolle hunc et dimitte nobis Barabbam!»,
qui erat propter seditionem quandam factam in civitate et homicidium missus in carcerem.
Iterum autem Pilatus locutus est ad illos volens dimittere Iesum,
at illi succlamabant dicentes: «Crucifige, crucifige illum!».
Ille autem tertio dixit ad illos: «Quid enim mali fecit iste? Nullam causam mortis invenio in eo; corripiam ergo illum et dimittam».
At illi instabant vocibus magnis postulantes, ut crucifigeretur, et invalescebant voces eorum.
Et Pilatus adiudicavit fieri petitionem eorum:
dimisit autem eum, qui propter seditionem et homicidium missus fuerat in carcerem, quem petebant; Iesum vero tradidit voluntati eorum.
Et cum abducerent eum, apprehenderunt Simonem quendam Cyrenensem venientem de villa et imposuerunt illi crucem portare post Iesum.
Sequebatur autem illum multa turba populi et mulierum, quæ plangebant et lamentabant eum.
Conversus autem ad illas Iesus dixit: «Filiæ Ierusalem, nolite flere super me, sed super vos ipsas flete et super filios vestros,
quoniam ecce venient dies, in quibus dicent: "Beatæ steriles et ventres, qui non genuerunt, et ubera, quæ non lactaverunt!".
Tunc incipient dicere montibus: "Cadite super nos!", et collibus: "Operite nos!",
quia si in viridi ligno hæc faciunt, in arido quid fiet?».
Ducebantur autem et alii duo nequam cum eo, ut interficerentur.
Et postquam venerunt in locum, qui vocatur Calvariæ, ibi crucifixerunt eum et latrones, unum a dextris et alterum a sinistris.
Iesus autem dicebat: «Pater, dimitte illis, non enim sciunt quid faciunt».
Dividentes vero vestimenta eius miserunt sortes.
Et stabat populus exspectans. Et deridebant illum et principes dicentes: «Alios salvos fecit; se salvum faciat, si hic est Christus Dei electus!».
Illudebant autem ei et milites accedentes, acetum offerentes illi
et dicentes: «Si tu es rex Iudæorum, salvum te fac!».
Erat autem et superscriptio super illum: «Hic est rex Iudæorum».
Unus autem de his, qui pendebant, latronibus blasphemabat eum dicens: «Nonne tu es Christus? Salvum fac temetipsum et nos!».
Respondens autem alter increpabat illum dicens: «Neque tu times Deum, quod in eadem damnatione es?
Et nos quidem iuste, nam digna factis recipimus! Hic vero nihil mali gessit».
Et dicebat: «Iesu, memento mei, cum veneris in regnum tuum».
Et dixit illi: «Amen dico tibi: Hodie mecum eris in paradiso».
Et erat iam fere hora sexta, et tenebræ factæ sunt in universa terra usque in horam nonam,
et obscuratus est sol, et velum templi scissum est medium.
Et clamans voce magna Iesus ait: «Pater, in manus tuas commendo spiritum meum»; et hæc dicens exspiravit.
Videns autem centurio, quod factum fuerat, glorificavit Deum dicens: «Vere hic homo iustus erat!».
Et omnis turba eorum, qui simul aderant ad spectaculum istud et videbant, quæ fiebant, percutientes pectora sua revertebantur.
Stabant autem omnes noti eius a longe et mulieres, quæ secutæ erant eum a Galilæa, hæc videntes.
Et ecce vir nomine Ioseph, qui erat decurio, vir bonus et iustus
Chic non consenserat consilio et actibus eorum — ab Arimathæa civitate Iudæorum, qui exspectabat regnum Dei,
hic accessit ad Pilatum et petiit corpus Iesu
et depositum involvit sindone et posuit eum in monumento exciso, in quo nondum quisquam positus fuerat.
Et dies erat Parasceves, et sabbatum illucescebat.
Subsecutæ autem mulieres, quæ cum ipso venerant de Galilæa, viderunt monumentum et quemadmodum positum erat corpus eius;
et revertentes paraverunt aromata et unguenta et sabbato quidem siluerunt secundum mandatum. …
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