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Commenti alle Sacre Scritture

23/06/2024 - Anno B - XII Domenica del Tempo Ordinario

Commento

"Non c'è più bella notizia da narrare che quella del Vangelo" 〈Luigi Mariano Guzzo〉. Per risolvere i problemi bisogna ricominciare dal Vangelo. Oggi, nella Liturgia della Parola, vediamo come gli Apostoli avevano un bel problema da risolvere: stavano annegando. Ci pare di sentire le urla dei poveri discepoli nella tempesta, perdono le forze, li assale il timore di morire. Tante volte l'avranno annunciato che la vera saggezza è "Timore di Dio e l'osservanza dei Suoi Comandamenti". Ora, invece, la paura prende il sopravvento, mentre, il Maestro e Signore, solca il mare in un'infinita, dolce, sensazione di riposo nella barca che, per Lui, scorre placida. I discepoli svegliano il Maestro, la tempesta cessa, ed essi si chiedono, ci dice Marco, "Chi è Costui al quale anche il vento e il mare obbediscono"? Allora, il "Timore" diventa riverenza e ammirazione virtuosa. Solo il Signore è il padrone del tempo e della storia, ecco perché non c'è più "bella notizia" da annunziare. Acquisiamo, anche noi, la certezza che il "Timore" verso il Signore apporta dei vantaggi pure le volte in cui non opera nel modo da noi immaginato. Oggi il Maestro ci invita ad avere un cuore saggio: "Non avete ancora fede", ci rimprovera! Il cristiano non dev'essere "tiepido": questo è il più grave pericolo del Cristianesimo. In questi decenni, ci ricorda Papa Francesco, "è avanzata una spirituale desertificazione, per la missione serve il Vangelo e serve la fede". Prodighiamoci a "spargere a piene mani il seme della Parola" 〈cfr Nuccia Tolomeo〉 perché in tale Parola si placa anche il turbinio di quelle paure che ci impediscono di scivolare, tranquilli, verso il molo, verso la meta.

* * *

Preghiera

Signore,
dove Tu sei presente ogni istante è redento. Sei una promessa: oceano di spazio per gettare reti di speranza. Quando "Ti avvertiamo vicino" 〈cfr Fil 4,5〉, la Tua voce ci scuote e torna il valore del credere. Mediante la Tua incarnazione, o Signore e Maestro, sei collocato al centro della richiesta incessante degli uomini. Viene esaudito e purificato chi acconsente, con la fede e la preghiera, che la Tua azione divina abbia la sua efficacia.
"Dov'eri tu quando le stelle del mattino gioivano in coro"? 〈Giobbe 38,7〉. "E quando al mare ho fissato il suo limite" 〈Giobbe 38,10〉. Tu eri, Signore, ad ascendere di luce in luce. In questa Domenica, dove l'estate incede splendente di colori e di nuove melodie e dove ardono cieli rosseggianti, noi continuiamo ad afferrare le Tue meraviglie.

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Barbara Esposito

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