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Commenti alle Sacre Scritture

28/04/2024 - Anno B - V Domenica di Pasqua

Commento

In questa quinta domenica di Pasqua ci inonda, ancora, la presenza gioiosa del Cristo Risorto: "Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra", così proclama l'inno alle lodi mattutine di questo tempo pasquale. Osserviamo, anche, dalla prima Lettura odierna, come gli Apostoli parlano con franchezza del Signore, testimoniano la propria fede, non tengono nascosto il loro annuncio. Barnaba, avvicina Paolo e lo conduce dagli altri Apostoli, è tutto un ridondare di annuncio in annuncio, questo deve fare chi crede nel Vangelo di Gesù Cristo. Noi siamo cristiani, quindi dobbiamo fissare lo sguardo sul Maestro per poi comportarci come Lui si è comportato. Essere uniti al Risorto, come i tralci alla vite, per portare frutto: questo il pegno della nostra salvezza. Invochiamo sempre lo Spirito del Signore, Egli suscita, produce, effetti miracolosi, infatti, l'annuncio è sempre stato accompagnato dai segni che confermavano la Parola annunciata. C'è da dire che chi è stato "unto" con l'unguento della fede ha un tratto distintivo che produce effetti di "Luce". Voglio citare oggi, alcune frasi dello scienziato Guglielmo Marconi di cui ricorrono, in questo periodo, i festeggiamenti per i 150 anni dalla sua nascita: "Credo che sarebbe una grande tragedia se gli uomini perdessero la loro fede nella preghiera. Dio ha fatto di me un semplice strumento della Sua volontà. La fede sconfigge l'orgoglio ed educa a superare i limiti. La scienza da sola non è in grado di spiegare molte cose tra le quali il mistero della nostra esistenza. Io sono orgoglioso di essere cristiano". Ora, sappiamo che "fin dall'inizio Dio esiste e la Sua esistenza si impone come un fatto che non ha bisogno di alcuna spiegazione. Dio non ha né origini né divenire; Egli solo è il Primo e l'Ultimo" 〈cfr Is 41,4〉. È però consolante ed anche bello sottolineare la fede dei "grandi" della storia che hanno capito quanto importante ed essenziale è l'aiuto e la preghiera in Dio per non fallire.

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Preghiera

Signore,
conosco i doni di grazia che mi hai elargito; la Tua Parola che hai messo in me; la Tua forza che mi guida. Io, allora, mi siedo alla Tua mensa perché voglio essere unito a Te, piccolo tralcio attaccato alla grande Vite. Mentre il tempo scorre veloce tra il buono e il meno buono, mi fermo e bevo alla Tua fonte 〈Eucarestia〉 e lì trovo il momento più bello e importante della mia storia: un Dio che si fa carne perché io riceva grazia su grazia. Penso di non staccarmi mai da Te, senza, non potrei portare alcun frutto. Scopro, così, che l'eternità non è un prolungarsi del tempo, è pura durata, immutabilità di una perfezione infinita che il tempo non tocca, cui il tempo non può nulla aggiungere o togliere.

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Barbara Esposito

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