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Commenti alle Sacre Scritture
18/02/2024 - Anno B - I Domenica di Quaresima
Commento
Vogliamo iniziare questo percorso quaresimale, guardando "all'Arcobaleno", con il quale Dio stipula, tramite Noè, un'alleanza tra Lui e tutti gli esseri viventi (cfr Gn 9,8-15; CCC 7). Dio castiga il male e il peccato con il diluvio universale; manifesta, tuttavia, la sua provvidenza benedicendo Noè, l'uomo giusto. Quell'arcobaleno è, anche, il germoglio d'immortalità che ci trasforma, con il sacrificio di Cristo sulla Croce, nell'immagine gloriosa del Padre; l'uomo, senza il peccato, si rinnova nel Suo Creatore. L'arca di Noè salva per mezzo dell'acqua mentre, dal giorno di Pentecoste, la Chiesa amministra, con l'acqua, il Battesimo, a chi crede in Gesù Cristo (CCC 255).
Il brano del Vangelo di Marco, bellissimo nella sua essenzialità, ci presenta Gesù, tentato sì, dal maligno, ma "servito" anche dagli Angeli. Aggiunge, poi, in modo mirabile, il compito che ha Gesù che è quello di annunciare il Regno di Dio, con la Sua Parola. Sentiamo, anche noi, gli Angeli vicini poiché: "sono presenti nella vita della Chiesa che si unisce a loro per adorare Dio invocando la loro assistenza" (CCC 314).
Iniziamo, dunque, questo nostro tempo forte dell'anno liturgico accogliendo l'invito rivolto a noi dal Profeta Gioele il Mercoledì delle Ceneri: "Suonate il corno... indite una riunione sacra..." dove risplenda sempre più, la Parola di Salvezza.
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Preghiera
Signore,
celebro la Quaresima guardando, con speranza, ad un mondo migliore. Lo faccio, oggi, citando un brano del Profeta Isaia: "Lavatevi, purificatevi, togliete dalla mia vista il male, imparate a fare il bene, ricercate la giustizia, soccorrete l'oppresso, rendete giustizia all'orfano, difendete la causa della vedova. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana" (Is 1,16-18).
Signore, Tu puoi stendere il Tuo braccio invincibile perché sai far spuntare dal nulla un arcobaleno di rinascita. Lo hanno ben capito i profeti, i santi, i mistici che hanno vissuto, non in "astrazioni emozionali in cui crogiolarsi", ma, spinti dalla vera fede, hanno saputo irradiare raggi di speranza e bellezza. Io voglio citarne una, la beata Elisabetta della Trinità, monaca Carmelitana e mistica francese, beatificata nel 2016 da papa Francesco. Ho attinto una sua preghiera, molto bella, dedicata alla Santissima Trinità e che oggi faccio mia: "O mio Dio, Trinità che adoro... pacifica la mia anima; fanne il Tuo cielo, la Tua dimora amata e il luogo del Tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla Tua azione creatrice" 〈beata Elisabetta della Trinità〉.
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Barbara Esposito
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