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Commenti alle Sacre Scritture

19/11/2023 - Anno A - XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

Commento

"Non dormiamo, ma vigiliamo e siamo sobri", ci dice san Paolo nella sua Lettera ai Tessalonicesi, mentre l'antifona odierna al Vangelo, è un richiamarci a rimanere nel Signore "per portare frutto". Su Dio non possiamo e non dobbiamo fare "trattati" ma ascoltarlo, rispondergli confessando la Sua gloria e servendolo. Fin dall'inizio Dio esiste e la Sua esistenza si impone come un fatto che non ha bisogno di alcuna spiegazione. Dio non ha né origine né divenire; Egli solo è il "Primo e l'Ultimo" (Is 41,4), il mondo intero è opera sua, sua creazione. Nel suo essere Padre, massimo ordine, massima perfezione, massima felicità, a ciascun uomo dona dei talenti, da riconoscere e far fruttificare. La natura umana, se impregnata di tali doni, è assorbita dalla divinità e può moltiplicare per mille i talenti ricevuti. È urgente, quindi, saper essere pronti e vigilanti per rispondere alla Grazia, poiché, nel momento del premio, del rendiconto, si manifesterà la generosità di Dio, di un Dio che non dimentica ... mai!

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Preghiera

Signore,
vogliamo fare dei Tuoi doni una sorgente d'acqua viva, zampillante: quella che hai promesso a quanti avrebbero creduto nel Tuo nome. Domenica prossima concluderemo quest'Anno Liturgico, proclamandoti Re e Signore dell'universo. Ci chiediamo, dunque, se siamo stati, in quest'anno, portatori di "frutti buoni". Le Letture, di questi giorni, ci propongono l'evocazione di un mondo nuovo, di giustizia, di libertà, di speranza. Allora la mente vola su quegli uomini saggi, i cui pensieri, i cui gesti, sono stati intessuti della Tua vita. Ora godono della promessa, sono arrivati a Te con l'oggetto della promessa: un cesto colmo di frutti che sono il Tuo stesso dono. Signore, i loro occhi, colmi di gioia, riflettono il Tuo volto traboccante d'Amore. Sono state anime generose che hanno saputo mettere, a disposizione del prossimo, la loro stessa vita. Sappiamo che la gioia è uno stato costante e i "servi fedeli" vivono di questa gioia. Se la vita non è un fatto individualistico, ma cosmico, universale, la lezione che oggi ci dai, Signore, è quella di non cercare l'Amore ma di amare, di non preoccuparci di noi stessi ma dell'altro e fare della nostra vita una donazione, perché, una volta che hai acceso la Tua Luce, come facciamo a spegnerla?

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Barbara Esposito

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