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Commenti alle Sacre Scritture

12/11/2023 - Anno A - XXXII Domenica del Tempo Ordinario

Commento

È bellissima la Prima Lettura odierna, tratta dal Libro della Sapienza (19 cc), definita "splendida, che non sfiorisce". Alimentare e cercare la Sapienza per poi trasmetterla ad altri è compito di ogni cristiano che ama davvero il Signore: "Senza frode imparai la Sapienza e senza invidia la dono, non nascondo le sue ricchezze. Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini; quanti se la procurano si attirano l'amicizia di Dio, sono a Lui raccomandati per i doni del suo insegnamento" (cfr Sap 7,13-14).
Di sapienza, luce, attesa, ci parla oggi il Vangelo. Per non essere impreparati all'incontro con il Signore, dobbiamo ravvivare la nostra fede nutrendoci della Sua Parola che è "Lampada che brilla in un luogo oscuro" (2 Pt 1,19). Il Vangelo è l'esperienza viva del nostro incontro con Cristo e, dunque, siamo chiamati ad essere "reiterata incarnazione storica della Parola". "Conoscere la Scrittura e mantenerla viva attraverso un'opera di permanente trasmissione e comprensione della Sacra Scrittura, capace di dare senso alla vita della Chiesa per la vita del mondo" (Comunicato del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione). Bisogna mettere in atto la Parola di vita perché faccia luce a tutti quelli che sono in cerca della Luce. Il Dio-Parola si comunica nello Spirito, quando l'ascoltatore si accosta alla lettura. Maria, la Vergine Madre, ha saputo attendere alla Parola del Signore poiché è stata "Custode della Parola". La Beatitudine di Maria che "ha creduto nell'adempimento della Parola del Signore" (Lc 1,45), precede tutte le altre perché Maria ha custodito il Verbo prima nella mente che nel grembo (Sant'Agostino) e ha dato risposta (San Bernardo). Come Maria, allora, siamo desti, pronti e preparati all'incontro con il Signore, ogni giorno, ogni momento, per rispondere alla "Sua Luce", altrimenti "il cuore resta freddo e gli occhi rimangono chiusi, colpiti come siamo da innumerevoli forme di cecità" (cfr Papa Francesco da "Aperuit illis").

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Preghiera

Signore,
Tu sei Luce alla mia lampada e rischiari le mie tenebre (cfr Salmo 18). Sento la Tua presenza poiché "alita in me quel Tuo soffio che mi fa parlare di Te, della Verità" (dal canto "rinascere dall'alto" di Giampiero Ferrante). Sei l'impronta d'amore, la speranza, la forza che mai mi lascia sola. Questa sicurezza scaturisce dalla Tua Parola che è "molto vicina a me, è nella mia bocca e nel mio cuore perché io la metta in pratica" (cfr Dt 30,14). Nella Sacra Scrittura sottolineo il carattere umile e appassionato del Tuo rivelarti nella Luce. Non per questo, Signore, sono ancora certa di essere tra le cinque vergini sagge, il camminare verso di Te è impegnativo. Io ci provo e mi accompagno alla Vergine Madre, a Lei che abitava in un paese di grano e di armeggi; a Lei che sentiva scorrere l'acqua che si dipartiva dalle sorgenti più alte; a Lei, fanciulla di Nazareth, nata in Oriente, la Terra splendente di Luce.

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Barbara Esposito

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