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Il sole sorge alle ore 07:32 e tramonta alle ore 17:12 - San Vicenzo di Saragozza
Commento
La quarta domenica di Quaresima è quella del "Lætare". Il colore viola si rischiara di speranza e diventa rosa. Questo colore ci ricorda che la
celebrazione della Resurrezione di Gesù è ormai vicina. Il periodo di penitenza volge al termine e, per questo, vi è gioia ed esultanza. L'antifona d'ingresso alla
celebrazione di questa domenica è un inno alla gioia: "Rallegrati, Gerusalemme, e voi tutti che l'amate, radunatevi. Sfavillate di gioia con essa, voi
che eravate nel lutto. Così gioirete e vi sazierete al seno delle sue consolazioni" (Cf Is 66, 10-11).
Il Vangelo di Luca riempie il cuore di letizia per il ritorno del "figlio prodigo". Al ritorno del figlio, il padre organizza un banchetto. Il banchetto è
un momento di festa: l'immagine di questa festa è il perdono. Mangiare insieme significa condividere la presenza dell'altro. La celebrazione della cena diviene
segno dell'amore totale del Padre, sempre disposto al perdono. L'Eucarestia domenicale è la perfetta espressione di questa festa.
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Preghiera
Nei Vangeli, Dio è chiamato "Padre" per ben 170 volte. Gesù, nel Vangelo di Matteo, al capitolo 23, versetto 9, così dice: «E non chiamate nessuno "Padre" sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello nel cielo». Mentre, San Giovanni l'Evangelista, nella sua prima Lettera, così cita: "Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre, per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente". Nel profondo di ogni cuore, infatti, c'è una luce che nessuno può spegnere ed è: "l'immagine" e "somiglianza" di Dio donata ad ogni uomo. Cristo Gesù, perfetto rivelatore del Padre, ci ha abilitati a chiamare Dio, con l'appellativo di "Padre". Infatti, la preghiera che Cristo ci ha consegnato, è, appunto, il "Padre Nostro". Talvolta l'uomo può smarrire il percorso e perdersi, ma non perderà, mai, in forza del Battesimo, l'identità di "icona divina" regalataci dal Padre, sempre pronto a rimetterci sulla strada giusta. Con amore ci aspetta sul traguardo a braccia spalancate.
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Barbara Esposito
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