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Dio assenza o presenza

Sento il bisogno, in questi giorni così difficili, di travalicare il puro spazio e aprirmi all'infinito. Da sempre, tratto con passione la Parola di Dio per esprimere concretamente il concetto di discepolato. Ho la convinzione che il primo e fondamentale impegno di ogni uomo, in quanto creato da Dio, è quello di corrispondere al Suo amore, attraverso l'osservanza dei comandamenti e degli insegnamenti che Egli stesso ha dato. Sono certa, inoltre, che la pretesa dell'uomo di essere autosufficiente porta al rifiuto di Dio. Il primo uomo, Adamo, capostipite di tutti noi discendenti, appare creatura libera in relazione costante ed essenziale con Dio: nato dalla terra, egli non è limitato ad essa; la sua esistenza è sospesa allo spirito di vita che Dio gli inspira. Diventa allora anima vivente cioè ad un tempo un essere personale ed un essere dipendente da Dio. Dio aggiunge la Sua parola e questa prima parola assume la forma di un divieto: "Non mangerai dell’albero della conoscenza del bene e del male, perché il giorno in cui ne mangerai, certamente morrai" (Gn2,16). L'uomo è quindi unito al Creatore da una relazione di dipendenza vitale e primaria che la sua libertà deve esprimere sotto forma di obbedienza. Se l'uomo rigetta la legge interna, teonomia, è abbandonato a se stesso, alla sua fallace autonomia. La storia racconta i ripetuti fallimenti di colui che pensava di eguagliare Dio, ed è diventato soltanto un mortale. In questo contesto, voglio citare papa Benedetto XVI che nel libro di Peter Seewald, Ultime Conversazioni, così si esprime: "Dio si vede ovunque, nella struttura della materia, poiché Egli non è in qualche posto, ma è «la realtà», quindi Dio crea il tempo ed è sempre presente". Il Presente allora è speranza contro desolazione, fedeltà contro tradimento, amore contro paura. Credo che Dio faccia, con le dovute proporzioni, ciò che un buon maestro fa con uno scolaro. Egli lo aiuta affinché nei suoi temi, nei suoi problemi non commetta alcun errore, faccia tutto bene in ciò che studia, senza, tuttavia, sgravarlo dalla fatica. Il profeta Geremia al capitolo 17,5-8 del suo libro così ha scritto: "Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. Egli è come albero piantato lungo l'acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell'anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti". La parola di Dio "luce e lampada che rischiara le tenebre" (Salmo 18,29), diventa, allora, presenza che colma l'assenza. Dio è assente soltanto lì dove c'è il vero despota: il peccato. In fondo, il destino eterno dell'uomo dipende dalla sua risposta a quella domanda unica, libera : "Se vuoi...".

Monterosso Calabro 04/03/2020 Barbara Esposito

 

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Autore: Barbara Esposito

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