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È un regalo atteso, per quest'anno della fede, il libro del Santo Padre sull'infanzia di Gesù. Il grande teologo e catechista ci porta subito al centro della "lieta notizia" che è il Vangelo, infatti scrive: " Gesù dodicenne può parlare del Padre perché lo conosce dal di dentro. Egli solo conosce Dio non soltanto attraverso persone umane che lo testimoniano, ma Egli lo riconosce in se stesso. Come Figlio Egli sta a tu per tu con il Padre. Vive alla sua presenza. Lo vede. Giovanni dice che Egli è l'unico che «è nel seno del Padre» e perciò può rivelarlo (Gv 1, 18). È proprio ciò che diventa evidente nella risposta del dodicenne: Egli è presso il Padre, vede le cose e gli uomini nella sua luce". Anche da questi brevi accenni, possiamo dedurre che al papa sta a cuore sottolineare che i Vangeli non raccontano storie, ma una storia reale, vuole farci capire che la nostra fede in Gesù ci dona una nuova provenienza: "ci fa nascere da Dio". Allora, leggere questo libro è capire che anche ciò che appare come mistero - concepimento e resurrezione di Gesù Cristo - non è irrazionale ma "sovrabbondanza di senso, di significato, di verità". Ritengo, che i punti salienti del testo siano questi concetti meravigliosi che ci aiutano a rinvigorire la fede in tempi di forte carenza spirituale. È chiaro il messaggio del Santo Padre perché ci ricorda che Gesù è l'elemento di congiunzione tra l'umano e il divino, il Solo che indica un percorso, che, intrapreso, conduce ad una realtà di speranza e di gioia. Bisogna, allora, leggere lo scritto del papa con l'umiltà di chi vuole conoscere sempre più Gesù Cristo e il Suo Vangelo che offre una visione di vita che non s'impone ma si propone come messaggio di pace, bellezza e verità. Il Santo Padre, avverte l'urgenza dell'uomo contemporaneo che "ha sete e nostalgia di Dio" e, da buon pastore, offre, attraverso i suoi pensieri, "sorsi d'acqua fresca", per ritemprare l'anima.
Il successore di Pietro, da "buon araldo del Vangelo", sa che quando la parola di Dio viene
annunciata il cuore si lascia plasmare dalla grazia per raggiungere vette altissime: è commovente il concetto, da lui
espresso, sulla stella che ha illuminato la notte di Betlemme. Infatti, il santo Padre, dimostra il suo grande amore per il Cristo
quando scrive che in realtà "È il Bambino Gesù che guida la stella, l'uomo assunto da Dio è
più grande di tutte le potenze del mondo". Allora capiamo bene che questo grande papa teologo, pur scrivendo
con il suo metodo storico-critico, ingloba tutto in quella dimensione spirituale di chi ha l'anima intrisa di una fede certa e genuina
come torre ferma che non crolla.
Ringrazio il santo Padre, perché nel leggerlo ho sentito lacrime di gioia accarezzarmi gli occhi mentre una luce più
pura del sole mi avvolgeva come la notte a Betlemme. Ad maiora, Santità, e Buon Natale!
Barbara Esposito
30 novembre 2012
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Autore : Barbara Esposito
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