Sei in >> Capistranesi >> Barbara Esposito >> Il libro di Antonio Pasceri su Renoir edito dalla Kimerik - Piccolo commento di Barbara Esposito
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Il libro del Prof. Antonio Pasceri su Renoir edito dalla Kimerik
Voglio parlare del libro scritto, di recente, dal mio ex insegnante prof. Totò Pasceri. Lo faccio per tante ragioni. Un pò perché gli sono affezionata - quante bellissime iniziative da lui intraprese nel periodo della mia giovinezza a cui io partecipavo attiva ed entusiasta: colonia al mare con i ragazzi, giornalino parrocchiale dalle suore, concorso miss e mister Capistrano - e poi perché il suo libro mi ha restituito una certa armonia regalandomi l'emozione di chi, ostinatamente, insiste nel ricercare una verità. Il libro del mio maestro fa sognare perché riporta un passato che diventa presente. Il lettore avverte subito l'amore di una ricerca che abbrevia interminabili vuoti. Francis Scott Fitzgerald ha sottolineato che "si scrive non perché si vuol dire qualcosa, ma perché si ha qualcosa da dire", ecco, allora, ciò che ha fatto il prof. Pasceri nella stesura del suo libro: ha catalogato una raccolta di documenti che, dopo averli letti, risulta quasi impossibile affermare che Renoir non sia passato da Capistrano. Personalmente ho avuto un sussulto al cuore nel leggere, a pagina 48, l'episodio di quando il compianto scrittore e professore Sharo Gambino "andava, con i suoi alunni, in giro per il paese in cerca di eventuali ritratti di 'mesdemoiselles' e di eventuali persone che, ancora viventi, avessero conosciuto il pittore francese". L'episodio del dipinto ad una fanciulla del paese da parte di Renoir, mi ha sempre affascinato e quindi mi è facile pensare a questo professore che insieme ai suoi alunni "scandaglia" le piccole stanze dei capistranesi per trovare il dipinto. Mi pare di vederli, indaffarati, mentre guardano nei bauli antichi, sulle pareti scrostate, in cantine ammuffite dall'odore di antico. Il prof. Gambino e i suoi alunni, hanno fatto ciò che rifarei anch'io oggi, nel 2015, continuerei a cercare il dipinto poiché la legge ardua della ricerca ti dà quella sottile anticipazione della intensa e preziosa gioia del trovare. A tal proposito troviamo riportata, a pagina 175 del libro del prof. Pasceri, la testimonianza di Domenico Chimirri, nipote di una donna, allora fanciulla, Furlano Concetta, che ricordava "di un pittore straniero che parlava una lingua incomprensibile, che pitturò sulle pareti interne della Chiesa, che fece anche dei ritratti ad alcune ragazze, compresa lei, che si rivolgeva alle ragazze e alle bambine chiamandole «mesdemoiselles»". Mi ha colpito la foto della signora Concetta Furlano, che troviamo, sempre nel libro di Pasceri, a pagina 164, ritratta da anziana ma che io trovo bella, anzi bellissima, poiché, nel guardarla attentamente, vedo le sue mani poggiate sul suo grembiule in modo molto armonico e poi noto lo sguardo naturale puntato verso l'obiettivo: un'immagine quasi imponente nella sua semplicità. Io penso proprio che qualcuno le abbia insegnato a mettersi in posa ... immaginiamo chi potrebbe essere stato ... chissà!!!. Devo ringraziare il mio caro Professore Pasceri per questo libro, per la sua caparbietà nel parlare, ancora una volta, di Renoir. Personalmente, leggendolo, mi sono trovata in un giardino - Capistrano - zeppo di rose e giacinti. Ho visto una giovane donna, seduta su un tavolino di ferro, guardare un pittore che le disegnava il volto. Poi ho immaginato un Renoir, ormai anziano, in un caffè parigino,osservare una ragazza seduta difronte a lui. Il pittore cercava di cogliere in quel volto gli occhi neri di una "mademoiselle" capistranese. Queste emozioni, le ho vissute grazie al libro del prof. Pasceri. Il suo scritto contiene tante informazioni: stralci di giornali, documenti storici e pareri di illustri studiosi ed esperti, cito, tra gli altri, il prof. Xante Battaglia e il prof. Saverio Di Bella. Invito a leggere il libro poichè amo il mio paese e voglio che si parli ancora di Renoir. Il mio insegnante, nella stesura del suo scritto, mi ha comunicato che, chi ama le proprie radici, sa ancora raccontare e lui ha narrato di Renoir, giunto a Capistrano. La traccia della sua presenza è la restaurazione dell'affresco, raffigurante il "Battesimo di Gesù sul fiume Giordano" all'interno della chiesa matrice. L'affresco testimonierebbe il suo passaggio. Il ritratto della "mademoiselle" sono quasi certa che un giorno lo troveremo.
06/05/2015
Esposito Barbara
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Autore : Barbara Esposito
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