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Santa Madre Teresa di Calcutta

Santa Madre Teresa di Calcutta

A volte ci si chiede cos'è il Paradiso. La domanda me la sono posta il giorno della canonizzazione di Madre Teresa, in Piazza San Pietro, al Vaticano, sotto un cielo maestosamente azzurro. Mi è bastato alzare lo sguardo perché mi scorressero davanti agli occhi, sorridenti e felici, migliaia e migliaia di poveri, non più derelitti, ma immersi in una luce di Resurrezione. Essi, accanto alla "Madre", inneggiavano un canto nuovo. In fondo, Madre Teresa, aveva afferrato bene le parole del Maestro: «... Io sono la radice della stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino ... chi ha sete venga; chi vuole attinga gratuitamente l'acqua della vita» (Ap. 22,16).
Tutti i poveri che Madre Teresa aveva dissetato (I'm Thirsty), gioivano e festeggiavano con Lei. La nuova santa ha centrato il cuore di tutto il Vangelo: la Carità. È vero, infatti, che saremo giudicati sulle parole del Vangelo scritte da Matteo al capitolo 25: «Venite benedetti dal Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi» (Mt. 25,34-36). Ogni fibra della persona di Teresa di Calcutta emanava amore per i poveri. Ha aperto i suoi occhi sulla sofferenza e l'ha colorata dal volto di Cristo; l'ha bagnata di acqua fresca: quella della vera vita. Ora, la "Madre" è stata glorificata ed è accaduto in questo nostro tempo dove, in tanti, s'inchinano agli idoli del momento restando schiavizzati. La santa di Calcutta era, invece, libera perché interiormente povera di quella povertà che dà spazio solo alla sete della condivisione. Madre Teresa ha avuto la fortuna di avere una mamma terrena che le ha indicato la strada della solidarietà, dello spezzare il pane con il fratello, e, lei, si è messa in cammino, perché ci deve essere sempre qualcuno che indichi la direzione giusta, che insegni ad amare. In Madre Teresa l'ardore missionario ha raggiunto vette altissime, scalate tutte con il sorriso della beatitudine stampato sul suo volto dolcissimo.
Sotto il sole cocente di Piazza san Pietro ascoltavo, commossa e felice, l'omelia del Santo Padre che ha iniziato rivolgendo ai presenti e a tutto il mondo, una domanda: «Chi può immaginare cosa vuole il Signore? Il nostro compito è quello di percepire la chiamata di Dio e poi accoglierla. Dobbiamo chiederci cosa piace a Lui». E allora anch'io mi sono chiesta cosa ci facevo là, nonostante il caldo, nonostante la stanchezza, continuavo a sentirmi in Paradiso, con la voglia di pregare e di cantare, con il desiderio di baciare mille e mille volte le mani callose, rugose ma meravigliosamente belle di Madre Teresa. Ripensavo ad alcuni scritti della santa, attualizzandoli in quel contesto, e, ho dedotto che per entrare in Paradiso bisogna essere anche forti e volitivi, armati di quella fede pura che viene direttamente da Dio. In particolare ho ricordato delle frasi che la Madre ha rivolto a noi donne incitandoci a non smarrire la forza che abbiamo dentro: «Corri, se non puoi correre cammina, se non puoi camminare usa il bastone ma non fermarti mai!». Papa Francesco, dunque, domenica scorsa, ha consegnato a noi presenti, come modello da imitare, la santa di Calcutta. A lei ho chiesto l'aiuto, perché in questi tempi di forte carenza spirituale, si riesca ad attualizzare il suo bellissimo sogno "... Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio. Dio ancora ama il mondo e invia te e me per essere il Suo amore, la sua compassione per i poveri".

Monterosso Calabro 08/09/2016 Esposito Barbara

 

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Barbara Esposito

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