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Titina Manduca
una catechista

" Titina Manduca - una catechista " della scrittrice Barbara Esposito. Edizioni Adhoc, Vibo Valentia - Gennaio 2010

La presentazione del libro è di Don Filippo Ramondino:

" Titina Manduca una catechista " di Barbara Esposito

"Memoria dolce e forte questa che ci propone Barbara Esposito. È un ricordo, filtrato col cuore e con la mente, di una indimenticabile catechista parrocchiale, la signorina Titina Manduca (1927-1977) di Monterosso, comune della provincia di Vibo Valentia, diocesi di Mileto - Nicotera - Tropea.
Ha scritto Albino Luciani, poi Papa Giovanni Paolo I, nel suo testo Catechetica in briciole: «Il catechista è un seminatore: spesso l'effetto del suo insegnamento si vede più in là, in età più avanzata...». Titina ha saputo e voluto seminare a piene mani, con semplicità e fermezza, cosciente dei doni avuti dal Signore. Titina è stata una pagina aperta nella quale ognuno ha potuto leggere un meraviglioso canto d'amore al Signore. E Barbara continua a leggere anche oggi questo messaggio, si lascia catechizzare da questa positiva testimonianza, attingendo al tesoro della memoria di quel segmento di tempo e di quella luminosità di spazi condivisi con questa christifidelis laica la quale scelse e visse in modo singolare quanto ordinario la sua missione di catechista, impegno ecclesiale che, come già diceva san Pio X, «è oggi il più grande di tutti gli apostolati». L'autrice di queste pagine medita largamente, ripensa acutamente, ricollega sapientemente fatti e idee, lasciandosi illuminare da questa lampada vivente che, con virtù evangelica ha voluto porre tra le fonti principali del suo grande lucerniere interiore, nella cella segreta dei suoi silenzi, nella torre erudita del suo osservatorio.
Permettere una forte esperienza dell'amore di Dio è l'obiettivo principale della attività catechistica della signorina Titina. Non si tratta di consegnare agli allievi un libro dove leggere e imparare qualcosa sulla fede, ma di trasmettere la bellezza del credere. Informata da tutta una tradizione catechistica, prende sempre come punto di partenza l'esistenza cristiana e il fine della storia della Salvezza, di quella Salvezza redentrice che è già, che è operante nella Chiesa e attraverso la Chiesa, e che dovrà ancora realizzarsi nel suo compimento alla fine dei tempi. Ci fa ripetere, questo salutare rimembrare di una anima buona, la nota espressione del filosofo danese Soren Kierkegaard: «il cristianesimo non è essenzialmente una dottrina, ma una comunicazione di esistenza». Sì! Questo ha essenzialmente fatto la catechista Titina, secondo quanto testimonia Barbara, ha comunicato una Esistenza, per la quale vale la pena persino vendere tutto, dare tutto ai poveri. È la perla preziosa, è il tesoro nascosto!
Appartiene la signorina Titina a quelle caste figure di una civiltà, intessuta prevalentemente di cultura sapienziale, dove lo scorrere lento del tempo e delle cose formava all'«arte del poco», dando il gusto della profondità e della intensità, generando virtù come la fedeltà e la perseveranza. Figure che possedevano l'attitudine naturale ad educare, e corroboravano questo carisma con una intensa pietà e vita sacramentale. Maestri che, anzitutto con sapientia cordis, riuscivano a coltivare l'interesse dei più giovani, dando equilibri all'intelligenza emotiva e significati all'intelligenza razionale, per nulla pensando che si possano negare le radici spirituali dell'uomo.
In «tempo di carenza e di privazione» nei confronti del bisogno del sacro, come già scriveva Heiddeger, riproporre alle nuove generazioni modelli autentici è un compito altamente meritorio. Noi uomini, man mano che avanza la parabola della vita individuale, sembriamo sempre più come archi tesi tra il ricordo e la speranza. Il futuro verso il quale si proietta la speranza si nutre di passato e di presente. Qui ed ora, è dolcemente lanciato il messaggio di una esistenza, santamente vissuta, perché faccia centro anche nel nostro cuore."

Don Filippo Ramondino

 

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