Sei in >> Capistranesi >> Barbara Esposito >> Una piccola e semplice storia
Buon Giorno, visitatore, il tuo numero IP è : 3.128.31.155 - Fanne buon uso ;-) — Pasqua sarà e⁄o è stata il 20/04/2025
Capistrano (VV), mercoledì 2 aprile 2025 ~ Ore : 09:19:19 • New York: 02/04/2025 03:19:19 • Tokyo: 02/04/2025 16:19:19 • Sydney: 02/04/2025 18:19:19
Settimana dell'anno n° 14 - Trimestre 2 [aprile] || ♈ Ariete ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 92 - Giorni mancanti a FineAnno: 273: Precisamente 0 anni, 8 mesi, 39 settimane, 273 giorni, 6566 ore, 394000 minuti, 23640040 secondi!
Il sole sorge alle ore 06:52 e tramonta alle ore 19:36 - San Francesco da Paola
La introduzione del libro è del prof. Vincenzo Crupi:
"Ho accettato di scrivere questa
introduzione per simpatia verso l'autrice e per il fatto che non considero privo di valore, questo
scritto. I temi sostanziali sono tre: 1) il diario testimonianza; 2) la critica del gusto; 3) la
morale cattolica. Da qui si può in qualche modo risalire al genere dello scritto: un
trattato morale autobiografico, una storia intercalata da una pedagogia. L'unione dei tre
temi si realizza in quello che il titolo scandisce: «piccola e semplice storia». Con
queste parole pascoliane possiamo comprendere le intenzioni dell'autrice. Ora, non esistono
opere semplici e piccole, nel senso di non ispirate ad altra letteratura.
Aggiungerei piuttosto gli aggettivi «onesta» e «sincera», che ben
si attagliano a quello che leggiamo e soprattutto non urtano con i contenuti del testo. La
parte più coraggiosa e più bella del libro rimane la memoria autobiografica. Sono
questi personaggi descritti con sfarzo di immagini barocche e pure. Il raggiungimento di
quella sincerità ed onestà di cui parlavamo è totale in questa
parte. I sentimenti, le sensazioni e poi il viaggio. Nel viaggio è la parte per me
più pregevole e affascinante dello scritto - prima la fantasia che nasce sui
racconti del «nonnino», poi l'animo semplice dell'autrice che guarda i
paesaggi veri, fuori dall'Italia. Ho subito pensato, leggendo quelle immagini, allo
scritto sull'Acropoli di Freud e specie al rapporto che esisteva per lui fra l'Atene immaginata
a scuola e l'Atene vissuta sull'Acropoli. Freud ci ricorda la sua fuga dal reale, lo
sdoppiamento e la nascita in lui del «briccone», del bambino che non guarda
la realtà, ma si dà al «narcisismo estatico», quasi un
ateniese che rifiuti il realismo e la polis, per fuggire nella fantasia e nel creativo. Il
libro di Barbara è tutto questo: la trasfigurazione estatica del reale, lo sguardo
del «briccone» freudiano. Il personaggio che è l'autrice e i
motivi della sua particolarità emergono in questa verità di cosciente
contemplazione del mondo, nella voglia di non smarrire l'innocenza. Allora ben
venga questa «piccola e semplice storia», alla quale aggiungiamo
ancora i nostri appellativi «onesta e sincera»."
Prof. Vincenzo Crupi
* * *
www.mpasceri.it © copyright 2010 - 2025 ~ XHTML