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Settimana dell'anno n° 49 - Trimestre 4 [dicembre] || ♐ Sagittario ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 338 - Giorni mancanti a FineAnno: 28: Precisamente 0 anni, 0 mesi, 4 settimane, 28 giorni, 677 ore, 40658 minuti, 2439535 secondi!
Il sole sorge alle ore 07:20 e tramonta alle ore 16:39 - San Francesco Saverio
La introduzione del libro è del prof. Vincenzo Crupi:
"Ho accettato di scrivere questa
introduzione per simpatia verso l'autrice e per il fatto che non considero privo di valore, questo
scritto. I temi sostanziali sono tre: 1) il diario testimonianza; 2) la critica del gusto; 3) la
morale cattolica. Da qui si può in qualche modo risalire al genere dello scritto: un
trattato morale autobiografico, una storia intercalata da una pedagogia. L'unione dei tre
temi si realizza in quello che il titolo scandisce: «piccola e semplice storia». Con
queste parole pascoliane possiamo comprendere le intenzioni dell'autrice. Ora, non esistono
opere semplici e piccole, nel senso di non ispirate ad altra letteratura.
Aggiungerei piuttosto gli aggettivi «onesta» e «sincera», che ben
si attagliano a quello che leggiamo e soprattutto non urtano con i contenuti del testo. La
parte più coraggiosa e più bella del libro rimane la memoria autobiografica. Sono
questi personaggi descritti con sfarzo di immagini barocche e pure. Il raggiungimento di
quella sincerità ed onestà di cui parlavamo è totale in questa
parte. I sentimenti, le sensazioni e poi il viaggio. Nel viaggio è la parte per me
più pregevole e affascinante dello scritto - prima la fantasia che nasce sui
racconti del «nonnino», poi l'animo semplice dell'autrice che guarda i
paesaggi veri, fuori dall'Italia. Ho subito pensato, leggendo quelle immagini, allo
scritto sull'Acropoli di Freud e specie al rapporto che esisteva per lui fra l'Atene immaginata
a scuola e l'Atene vissuta sull'Acropoli. Freud ci ricorda la sua fuga dal reale, lo
sdoppiamento e la nascita in lui del «briccone», del bambino che non guarda
la realtà, ma si dà al «narcisismo estatico», quasi un
ateniese che rifiuti il realismo e la polis, per fuggire nella fantasia e nel creativo. Il
libro di Barbara è tutto questo: la trasfigurazione estatica del reale, lo sguardo
del «briccone» freudiano. Il personaggio che è l'autrice e i
motivi della sua particolarità emergono in questa verità di cosciente
contemplazione del mondo, nella voglia di non smarrire l'innocenza. Allora ben
venga questa «piccola e semplice storia», alla quale aggiungiamo
ancora i nostri appellativi «onesta e sincera»."
Prof. Vincenzo Crupi
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