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Lo spaccapietre insoddisfatto

Lo spaccapietre

In un'epoca lontana, molto lontana, in Giappone viveva un povero spaccapietre di nome Yamatsumi. Anche se esercitava un mestiere molto faticoso, egli non era da compiangere; era giovane e forte, e mangiava tutti i giorni a sazietà.
Disgraziatamente Yamatsumi era nato invidioso. Lui, povero kulì, condannato a spaccare pietre, sognava di diventare un daimyõ, ossia uno di quei ricchi signori che vedeva passare talvolta per le strade, in una lussuosa carrozza, circondati da numerosi servitori. E, ogni giorno, Yamatsumi pregava il suo angelo custode di esaudire il suo desiderio. Egli pregava con tanta fede, e il suo desiderio era così vivo che l'angelo custode decise di andare a perorare la sua causa presso l'Altissimo. E, con sua grande meraviglia, il Dio dell'Universo gli concesse la facoltà di soddisfare tutti i desideri di Yamatsumi.
Immediatamente, costui, Yamatsumi, si trovò trasportato in una ricca dimora, vestito con abiti lussuosi e circondato da uno stuolo di domestici.

Per qualche mese, Yamatsumi fu immensamente felice della sua nuova condizione di daimyõ. Gli piaceva passeggiare per le strade e vedere i suoi antichi compagni di lavoro e di miseria scostarsi rispettosamente al suo passaggio.
Un giorno, tuttavia, di caldo torrido, egli constatò che traspirava come un volgare kulì e che il sole era più potente dei daimyõ.
Sùbito chiamò il suo Angelo custode e gli disse: «Voglio diventare il Sole».
L'Angelo custode, che voleva molto bene a Yamatsumi, lo guardò con una certa tristezza, poiché capì che sarebbe stato un eterno insoddisfatto, e provò pena per lui. Ma lo esaudì anche questa volta.
E Yamatsumi divenne il Sole. Egli si mise a brillare nel cielo con uno splendore particolare e era così preso del suo nuovo potere che inflisse al Giappone una delle estati più torride che questo Paese avesse mai visto.
Un giorno, mentre egli si era assopito, certamente stanco per aver brillato tanto, il suo splendore fu offuscato da una grossa nube scura che venne a frapporsi fra lui e la terra.
Yamatsumi convocò nuovamente il suo Angelo custode e gli disse: «Voglio diventare questa nube più forte del sole!»
Ancora una volta fu accontentato. Signore della pioggia, egli riversò sul Giappone trombe marine che provocarono terribili inondazioni, spazzando via indifferentemente le case dei poveri kulì e i palazzi dei ricchi daimy. Yamatsumi questa volta era veramente il più forte e per diversi mesi fu raggiante di felicità.
Tuttavia, proprio all'estremità del Giappone, di fronte al mare, c'era un immenso promontorio roccioso che si prendeva gioco dei suoi tifoni e dei suoi tornado. Yamatsumi finì con l'adombrarsene. Intensificò i suoi assalti, le navi che si trovavano sul mare affondavano, la costa fu devastata. Ma quando, esausto, Yamatsumi dovette fermarsi, la roccia appariva intatta nella sua orgogliosa potenza.
Furibondo, Yamatsumi volle subito trasformarsi in questa roccia. E fu trasformato. Potè così a sua volta contemplare l'oceano da tutta la sua altezza e veder sfilare davanti a sé navi e barche, simili a gusci di noce. Aveva raggiunto il colmo della felicità. Almeno così credeva…
Infatti, una mattina, fu svegliato da un colpo come di piccone ed ebbe la sensazione che un pezzo della sua carne si staccasse da lui. Che cosa stava succedendo? I colpi continuarono, e ogni colpo era accompagnato dalla stessa sensazione dolorosa.
Ferito nell'orgoglio, Yamatsumi si lasciò andare a una collera terribile e urlò al suo Angelo custode: «C'è qualcuno che osa scalfire la mia potenza… Voglio essere questo qualcuno!»
«Con piacere.» Rispose consenziente e con voce ironica l'Angelo custode.
E, nello stesso istante, Yamatsumi si ritrovò, come agli inizi, uno spaccapietre; ma, finalmente, felice e contento.

* * *

Fonte: Internet

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