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Il Vangelo della domenica

 

Madonna del Conforto

Madonna del Conforto di Arezzo

Madonna del Conforto di Arezzo

Si era nell'anno 1796. Nei primi giorni di febbraio, mentre la città pensava ai divertimenti del carnevale, Arezzo fu colpita da ripetute scosse da terremoto (nei giorni 1, 2, 5 e 9; particolarmente violenta quella del 5; in tutto furono calcolate una trentina di scosse nei giorni 1-9). Nella città furono sospese le feste del carnevale ed indette funzioni religiose a carattere penitenziale.
Il 15 febbraio 1796 quattro persone si trovavano nello "spaccio" annesso all'Ospizio dei Monaci Camaldolesi presso la Porta San Clemente. Erano Domitilla Bianchini, cassiera dell'Ospizio, e tre operai (calzolai): Antonio Tanti, Antonio Scarpini e Giuseppe Brandini. Erano entrati nello spaccio verso le 16:30 e dopo aver un po' chiacchierato dei tristi fatti di quei giorni ed aver bevuto un bicchiere di vino, si erano messi a pregare la Madonna. Nell'ambiente dove stavano era appesa un'immagine di terracotta colorata di Maria Santissima: immagine resa quasi completamente nera dalla polvere, dal fumo del fornello, dai grassi vapori delle pentole e tegami, immagine che da oltre un anno non aveva subìto nessuna lavatura e ripulitura.
Mentre pregavano i quattro videro tutti l'immagine della Madonna farsi bianca, nitida e risplendente di luce. Si capì subito che quanto avvenuto era un segno dell'amore materno della Madonna verso i suoi figli di Arezzo e da questo nacque il titolo di " Madonna del Conforto ".
Grande fu l'entusiasmo popolare nell'apprendere la notizia. Il vescovo aretino di allora. Monsignore Niccolò Marcacci, pio e dotto (proveniva dall'Università di Pisa) dapprima prudentemente sospettoso, ordinò subito una severa inchiesta che cominciò il giorno 16. Davanti alle concorde testimonianze dei quattro dovette ammettere che «niuno può (sono parole sue) ragionevolmente porre in dubbio la miracolosa mutazione di questa Madonna di oscura e quasi nera in bianca, risplendente e bella».
La venerata immagine nella notte del 19 febbraio fu trasferita in Duomo; il 5 agosto il vescovo Marcacci poneva la prima pietra del nuovo tempo mariano che venne terminato nelle sue strutture nel 1815; l'altare fu eretto nel 1823.

 

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Fonte: Al tempo, nel 2004, notizie fornite dal parroco [?] di Arezzo

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