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Nasce a Melazzo
Tra i Santi e Beati della diocesi acquese un posto di rilievo merita
Guido, Vescovo, Conte, Patrono della diocesi e della città di Acqui ( Aquæ
statiellæ ), antichissima sede episcopale da San Maggiorino ( IV
secolo ) sino ad oggi.
Non è certa la data di nascita di Guido, o Uido come si firma nell'unico autografo pervenutoci.
È certo il luogo: il Castello di Melazzo.
Gli storici ritengono accettabile, anche se non documentata, l'assegnazione dell'anno 1004, fatta per la prima volta dal
Vescovo Felice Crova, nella sua biografia in italiano del santo verso il 1640. ( Si consideri che non si poteva accedere
all'episcopato prima dei trent'anni e Guido fu ordinato Vescovo da Dudone nel 1034. )
Adolescente a Bologna
Guido, rimasto orfano dei genitori in tenera età
( puerulus ), si recò a Bologna per gli studi e fu a contatto con un fervido ambiente
culturale, che ha certamente inciso in maniera forte sulla giovane personalità del Santo.
Il giovane Guido giunge a Bologna verso il 1019 - 1020 all'età di 15-16 anni circa.
Il biografo Lorenzo Calceato laconicamente dichiara che si propose di apprendere le arti liberali.
Un codice composto a Bologna per la comunità diocesana negli anni vissuti da Guido in quella città, ci
offre interessanti notizie. Oggi questo codice è conservato nella Biblioteca Angelica di Roma col n. 123 di
catalogo: di qui il nome di "Angelica 123".
Il codice "Angelica 123" è prezioso perché illumina l'attività della chiesa
bolognese nei primi anni del secolo XI e permette una verifica
dei programmi di studio nell'ambito delle sette arti liberali. Il codice lascia intravedere il forte risveglio
degli studi bolognesi che, pur restando ancorati ai sistemi medioevali, sono decisamente orientati
verso una nuova era, quella della grande università. Attesta che, negli anni di Guido studente,
Bologna fu una fucina di studi e di fervore di rinnovamento. La Cattedrale era in cantiere e, forse
già funzionante nel 1028 o pochi anni dopo. Ne sono conferma le prove archeologiche e il
fatto che i problemi che si riflettono successivamente nei documenti ufficiali sono ormai quelli
dell'organizzazione del capitolo, della scuola, della vita canonica negli edifěci annessi alla
Cattedrale.
Siamo nella zona d'influenza dell'abbazia di Pomposa dove risiede il monaco Guido d'Arezzo,
l'inventore della scala musicale, e dove l'abate Guido di Ravenna č impegnato nella riforma
ecclesiastica.
Sacerdote e Vescovo
Guido, studente in Bologna non ha
solo maturato la propria formazione, giunto in patria s'impone all'ammirazione dei suoi per
un'alta carica di umanità e per la preparazione culturale.
Si distingue nel rapporto coi dipendenti per disponibilità e competenza. Viene ben presto
invitato al Sacerdozio dal vescovo Dudone di cui sarà successore.
San Guido, Vescovo di Acqui dal 1034 realizzò nella diocesi acquese molte iniziative pastorali,
parecchie di queste trovano già abbozzo negli anni giovanili di formazione: Guido le aveva
già vissute netta realtà bolognese.
La costruzione della Cattedrale, le scuole monastiche ed episcopali, la riorganizzazione della
vita diocesana, l'impulso dato al canto liturgico, la nuova fioritura delle Pievi rurali sono solo
alcune delle realtà in cui Guido profuse se stesso, senza tralasciare lo studio della Parola
di Dio e la preghiera e pur avendo una salute malferma.
Provvede allo sviluppo del servizio liturgico come attestano i Dittici della Cattedrale "Guido
Vescovo stabilì che gli addetti al culto ed al servizio liturgico cantassero devotamente".
Nell'opera di riorganizzazione della Diocesi non poteva mancare una particolare attenzione
all'insegnamento ed alla promozione del canto e della musica. Non è facile per noi
comprendere in profondità la forza e l'importanza di questa notizia riferita in forma
concisa dai Dittici.
Il vescovo Guido chiede sempre la collaborazione di tutto il popolo di Dio: chierici e laici. Nelle
decisioni più solenni esige la presenza di molti rappresentanti delle varie categorie
"perché questo decreto rimanga stabile e immutato, lo sottoscriviamo insieme
ai nostri chierici e laici". Con tale dichiarazione solenne conclude tutti gli atti più
rilevanti.
Fondatore di Comunità Monastiche
Guido dà incremento alle opere
già esistenti, ne promuove lo sviluppo; le due comunità maschili in cui si studia,
si lavora e si prega sono ormai pienamente attive.
Una grave malattia viene a bloccare l'attività pastorale di Guido: il biografo attesta che era
una malattia gravissima, che faceva presagire la morte "de vita
desperans". Dopo qualche tempo ritorna in salute e si accinge a compiere
le due opere più rilevanti del suo episcopato.
Sono due momenti particolarmente significativi il 1057 quando redige l'atto di fondazione
del monastero di S. Maria dei Campi, improntata alla spiritualità benedettina, e l'11
novembre 1067, quando procede alla dedicazione della Cattedrale.
Istituire oasi di vita contemplativa fu sempre un vivo desiderio del grande Vescovo. Negli
ultimi anni di formazione aveva conosciuto e avvicinato uomini di eccezionale statura morale
e spirituale come Gualberto di Vallombrosa e forse Romualdo dì Camaldoli, oltre i
già citati Guido di Pomposa e Guido di Arezzo. Finalmente nel 1057 può
mettere per scritto il documento di erezione del monastero di S. Maria.
La costruzione della Cattedrale
Un'altra grande impresa di Guido
è la costruzione della Cattedrale.
A Bologna era stato spettatore e testimone di "tutto un risveglio di opere... per la
Cattedrale". In tutta l'Europa c'era una gara per erigere edifici sontuosi in ogni
centro Diocesi. In Acqui all'inizio del secondo millennio il vescovo Primo aveva edificato
la chiesa episcopale, ma era insufficiente ed inadeguata alla solennità del
culto. Perché non realizzare ciò di cui fu attento testimone nella città
dei suoi studi? I beni ereditati dal padre, che ancora gli restavano, non potevano essere
impiegati per un'opera di tanta importanza a servizio della comunità di cui era
il pastore?
L'undici novembre 1067 fu un giorno particolarmente solenne per la città e la
Diocesi. Il vescovo Guido ormai sessantatreenne assistito dai vescovi Pietro di Tortona
e Alberto di Genova, circondato dall'affetto e dalla stima del suo popolo in un rito
solenne inaugura la Cattedrale.
Guido muore il 2 giugno 1070 tra l'universale compianto, divenuto lungo i secoli
venerazione della città e della Diocesi verso il Santo Patrono.
Preghiamo
Sostieni, Signore,
la tua Chiesa
per i meriti e l'esempio
del vescovo san Guido;
la scelta della povertà,
la carità evangelica,
la fatica
per l'edificazione della Chiesa,
siano proposito ed impegno
della comunità
che lo venera patrono
e lo invoca intercessore.
Per il nostro Signore Gesù Cristo,
tuo Figlio che è Dio,
e vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
( dalla Liturgia )
Grazie al reverendo Monsignor Giovanni Galliano, parroco della Cattedrale di Acqui Terme, che nel 2004 mi ha inviato il foglietto/scheda curata da Teresio Gaino e l'immaginetta/santino di San Guido!
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Scheda storica curata da Teresio Gaino
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