Sei in >> Racconti >> La storia di Shay
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Capistrano (VV), sabato 21 dicembre 2024 ~ Ore : 16:53:10 • New York: 21/12/2024 10:53:10 • Tokyo: 22/12/2024 00:53:10 • Sydney: 22/12/2024 02:53:10
Settimana dell'anno n° 51 - Trimestre 4 [dicembre] || ♐ Sagittario ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 356 - Giorni mancanti a FineAnno: 10: Precisamente 0 anni, 0 mesi, 2 settimane, 10 giorni, 247 ore, 14826 minuti, 889609 secondi!
Il sole sorge alle ore 07:34 e tramonta alle ore 16:42 - San Pietro Canisio
Si entra in INVERNO
A una cena di raccolta fondi per una scuola che serve i
disabili mentali, il padre di uno degli studenti fece un discorso che nessuno di coloro che partecipavano avrebbe
mai dimenticato.
Dopo aver lodato la scuola e il personale dèdito, fece una domanda: «Quando influenze esterne non
interferiscono dall'esterno, la natura di tutti è perfetta. Mio figlio Shay, tuttavia, non può imparare le cose
che imparano gli altri. Non può capire le cose come gli altri. Dov'è l'ordine naturale delle cose, in mio figlio?»
Il pubblico fu zittito dalla domanda.
Il padre continuò: «Io ritengo che, quando un bambino come Shay, fisicamente e mentalmente handicappato viene al mondo, si presenta un'opportunità di realizzare la vera natura umana, ed essa si presenta nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino».
Poi raccontò la storia che segue: Shay e suo padre stavano camminando vicino a un parco,
dove c'erano alcuni ragazzi che Shay conosceva che giocavano a baseball. Shay chiese:
«Credi che mi lascerebbero giocare?» Il padre di Shay sapeva che la maggior parte dei ragazzi non volevano
un ragazzo come lui nella squadra, ma comprendeva anche che se al figlio fosse stato permesso giocare, la cosa gli avrebbe
dato un senso di appartenenza di cui aveva molto bisogno, e un pò di fiducia nell'essere accettato dagli altri,
nonostante i suoi handicap. Il padre di Shay si avvicinò a uno dei ragazzi sul campo e
chiese se Shay poteva giocare, non aspettandosi un granché in riposta.
Il ragazzo si guardò attorno, in cerca di consiglio e disse: «Siamo sotto di sei e il gioco è all'ottavo
inning. Immagino che possa stare con noi e noi cercheremo di farlo battere all'ultimo
inning».
Shay si avvicinò faticosamente alla panchina della squadra, indossò una maglietta
della squadra con un ampio sorriso e suo padre si sentì le lacrime negli occhi e una sensazione di tepore al
cuore. Il ragazzo vide la gioia di suo padre per essere stato accettato. In fondo all'ottavo inning, la
squadra di Shay ottenne un paio di basi, ma era ancora indietro di tre. Al culmine del nono e ultimo
inning, Shay si mise il guantone e giocò nel campo giusto. Anche se dalla sua parte non
arrivarono dei lanci, era ovviamente in estasi solo per essere nel gioco e in campo, con un sorriso che gli arrivava da un
orecchio all'altro, mentre suo padre lo salutava dalle gradinate.
Alla fine del nono inning, la squadra di Shay segnò ancora. Ora, con due fuori e le basi
occupate, avevano l'opportunità di segnare la battuta vincente e Shay era il prossimo, al turno di battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay e perso l'opportunità di far vincere la squadra? Sorprendentemente,
a Shay fu assegnato il turno di battuta. Tutti sapevano che gli era impossibile colpire la palla, perché Shay non sapeva
neppure tenere bene la mazza, per non dire cogliere la palla. Comunque, mentre Shay andava alla battuta, il lanciatore,
capendo che l'altra squadra stava mettendo da parte la vincita per far sì che Shay avesse questo momento, nella sua
vita, si spostò di alcuni passi per lanciare la palla morbidamente, così che Shay potesse almeno riuscire a
toccarla con la mazza. Arrivò il primo lancio e Shay girò la mazza a vuoto. Il lanciatore fece ancora un paio
di passi avanti e gettò di nuovo lentamente la palla verso Shay. Mentre la palla era in arrivo, Shay girò
goffamente la mazza, la colpì e la spedì lentamente sul terreno, dritta verso il lanciatore.
Il gioco avrebbe dovuto finire, a quel punto, ma il lanciatore raccolse la palla e avrebbe potuto facilmente lanciarla al primo
che copriva la base e squalificare il battitore. Shay sarebbe stato fuori e questo avrebbe segnato la fine della partita. Invece,
il lanciatore accolse la palla e la lanciò proprio al di là della testa del primo in base, fuori dalla portata dei
compagni di squadra. Tutti quelli che si trovavano sugli spalti e i giocatori cominciarono a gridare: «Shay, corri in
prima base! Corri in prima!»
Shay non aveva mai corso in vita sua così lontano, ma riuscì ad arrivare in prima base. Corse lungo la linea,
con gli occhi spalancati e pieno di meraviglia. Tutti gli gridarono: «Corri alla seconda, alla seconda, ora!»
Trattenendo il fiato, Shay corse ancor più goffamente verso la seconda, ansimando e sforzandosi di raggiungerla.
Quando Shay curvò verso la seconda base, la palla era fra le mani del giocatore giusto, un piccoletto, che ora aveva
la possibilità per la prima volta di essere lui l'eroe della propria squadra. Avrebbe potuto lanciarla alla seconda base
per squalificare il battitore, ma comprese le intenzioni del lanciatore e anche lui gettò intenzionalmente la palla in
alto, ben oltre la portata della terza base. Shay corse verso la terza base in delirio, mentre gli altri si spostavano per andare
alla casa base. Tutti gridavano: «Shay, Shay, Shay, vai Shay».
Shay raggiunse la terza base, quello opposto a lui corse per aiutarlo e voltarlo nella direzione giusta, e gridò:
«Shay, corri in terza! Corri in terza!» Mentre Shy girava per la terza base, i ragazzi di entrambe le squadre e quelli
che guardavano erano tutti in piedi e strillavano: «Shay, corri alla base! Corri alla base, sali sul piatto!» Shay
corse, salì sul piatto e fu acclamato come l'eroe che aveva segnato un
"grand slam" e fatto vincere la sua squadra.
Quel giorno, disse il padre a bassa voce e con le lacrime che ora gli rigavano la faccia, i ragazzi di entrambe le squadre aiutarono a portare in questo mondo un pezzo di vero amore e umanità.
Shay superò l'estate e morì in inverno, senza mai scordare di essere stato l'eroe e di aver reso suo padre così felice, e di essere tornato a casa fra il tenero abbraccio di sua madre per il piccolo eroe del giorno!
Noi tutti abbiamo ogni giorno mille opportunità di aiutare a realizzare "l'ordine naturale delle cose".
Un saggio una volta disse che ogni società viene giudicata da come tratta i propri membri meno fortunati.
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Autore: sconosciuto
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