Sei in >> Racconti >> Via con il Vento. I semi del soffione. Solo il vento lo sa
Buona Sera, visitatore, il tuo numero IP è : 3.22.27.41 - Fanne buon uso ;-) — Pasqua sarà e⁄o è stata il 31/03/2024
Capistrano (VV), lunedì 30 dicembre 2024 ~ Ore : 18:16:15 • New York: 30/12/2024 12:16:15 • Tokyo: 31/12/2024 02:16:15 • Sydney: 31/12/2024 04:16:15
Settimana dell'anno n° 53 - Trimestre 4 [dicembre] || ♑ Capricorno ♥ ;-) • Giorni trascorsi da InizioAnno: 365 - Giorni mancanti a FineAnno: 1: Precisamente 0 anni, 0 mesi, 0 settimane, 1 giorni, 29 ore, 1783 minuti, 107024 secondi!
Il sole sorge alle ore 07:38 e tramonta alle ore 16:48 - San Ruggero di Canne, San Felice I, Sant'Eugenio di Milano
Nel prato di un giardino pubblico, con il tiepido sole della primavera,
in mezzo all'erba tenera, erano spuntate le foglie dentellate e robuste dei Denti di Leone. Uno di questi esibì un
magnifico fiore giallo, innocente, dorato e sereno come un tramonto di maggio. Dopo un po' di tempo il fiore divenne
un "soffione": una sfera leggera, ricamata dalle coroncine di piumette attaccate ai semini che se ne stavano
stretti stretti al centro del soffione.
E quante congetture facevano i piccoli semi. Quanti sogni cullava la brezza alla sera, quando i primi timidi grilli intonavano
la loro serenata.
«Dove andremo a germogliare?».
«Chissà?».
«Solo il vento lo sa».
Un mattino il soffione fu afferrato dalle dita invisibili e forti del vento. I semi partirono attaccati al loro piccolo paracadute
e volarono via, ghermiti dalla corrente d'aria.
« Addio…, addio», si salutavano i piccoli semi.
Mentre la maggioranza atterrava nella buona terra degli orti e dei prati, uno, il più piccolo di tutti, fece un volo
molto breve e finì in una screpolatura del cemento di un marciapiede. C'era un pizzico di polvere depositato
dal vento e dalla pioggia, così meschino in confronto alla buona terra grassa del prato.
«Ma è tutta mia!», si disse il semino. Senza pensarci due volte, si rannicchiò ben bene e
cominciò subito a lavorare di radici.
Davanti alla screpolatura nel cemento c'era una panchina sbilenca e scarabocchiata. Proprio su quella panchina si sedeva
spesso un giovane. Era un giovane dall'aria tormentata e lo sguardo inquieto. Nubi nere gli pesavano sul cuore e le sue
mani erano sempre strette a pugno.
Quando vide due foglioline dentate verde tenero che si aprivano la strada nel cemento. Rise amaramente: «Non
ce la farai! Sei come me!» E con un piede le calpestò.
Ma il giorno dopo vide che le foglie si erano rialzate ed erano diventate quattro.
Da quel momento non riuscì più a distogliere gli occhi dalla testarda coraggiosa pianticella. Dopo qualche
giorno spuntò il fiore, giallo brillante, come un grido di felicità.
Per la prima volta dopo tanto tempo il giovane avvilito sentì che il risentimento e l'amarezza che gli pesavano sul
cuore cominciavano a sciogliersi. Rialzò la testa e respirò a pieni polmoni. Diede un gran pugno sullo
schienale della panchina e gridò: «Ma certo! Ce la possiamo fare!».
Aveva voglia di piangere e di ridere. Sfiorò con le dita la testolina gialla del fiore.
Le piante sentono l'amore e la bontà degli esseri umani. Per il piccolo e coraggioso Dente di Leone la carezza del
giovane fu la cosa più bella della vita.
Non chiedere al Vento perché ti ha portato dove sei. Anche se sei soffocato dal cemento, lavora di radici e vivi. Tu sei un messaggio.
* * *
Autore: Bruno Ferrero - Libro "Solo il Vento lo sa" - Casa editrice ElleDiCi
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